Crémant du Jura
Siamo nello Jura, lingua di terra situata ad est della Borgogna, zona immersa tra prati, boschi e fiumi. L’assenza di grandi centri abitati ed un paesaggio caratterizzato dall’alternarsi di pianure, altipiani e montagne fa sì che si viva ancora in una dimensione di tipo rurale.
L’evoluzione di questa zona è tutta da ricercarsi in una nuova scuola di giovani vignerons, che hanno saputo rinnovare l’immagine del territorio, senza infrangere la tradizione, sposando il movimento del vino naturale.
Arbois è la prima AOC riconosciuta in tutta la Francia che si estende attorno all’omonimo Comune, dove visse e condusse i suoi studi sui lieviti Louis Pasteur.
Nuove selezioni Metodo classico Cortenera
Oggi siamo lieti di presentarvi una nuova bollicina veneta all’interno della selezione vini Enogamma.
L’azienda si chiama Cortenera, è una realtà molto recente, che basa il proprio metodo di vinificare solo in metodo classico, con uve Garganega e Durella; delicata la prima, con fragranze di mandorla e fiori bianchi, più intensa la seconda, ove il terreno basaltico ne ravviva la naturale acidità.
Un’interessante peculiarità degli spumanti Cortenera è la quantità di residuo zuccherino, sempre inferiore ai 3 g/l, quindi classificabili come Extra-Brut; nonostante ciò, sorprende notare come la selezione meticolosa delle uve ci regali un calice estremamente equilibrato, fresco ma senza alcun picco di asperità.
La cantina si trova sul territorio di origine vulcanica di Gambellara dove la conformazione del terreno dona a tutte le etichette mineralità e sapidità al calice.
“Elena” Barbera D’Alba DOC 2019
Giorgio Berti
“T” Erbaluce di Caluso DOCG 2016
Giorgio Berti
Andy ’18 Bianchello del Metauro DOC Superiore
<Andy ’18 Bianchello del Metauro DOC Superiore
13% Vol.
Az. Agraria Fiorini
Degustazione del 30.08.2020
Giorgio Berti
Giallo dorato, limpido e di buona trasparenza per essere un vino non filtrato; compatto e denso il movimento nel calice.
Il primo approccio al naso è cupo, un po’ scontroso; poi, nei minuti a seguire, si instaura un’amicizia ed il bicchiere ci racconta di una ricchezza olfattiva notevole: frutta molto matura, pesca e albicocca su tutte, ma anche frutti esotici come il mango, con il suo accenno un po’ resinoso, e ricordi di banana; si percepisce di sottofondo una nota nel contempo verde e floreale che riporta alla mente il tarassaco e la ginestra; tocchi di latte di mandorla e burro ingentiliscono il bouquet che si accomiata con un finale minerale e salino di estrema eleganza. Un calice decisamente intenso, complesso ed eccellente sotto il profilo delle suggestioni olfattive.
Il sorso è secco, caldo, di buona morbidezza, ottimamente bilanciato da guizzante freschezza e stuzzicante mineralità. Calice pieno, appagante, ottimamente equilibrato, molto intenso all’ingresso in bocca e molto persistente con ritorni minerali e fruttati; eccellente la qualità complessiva.
Buon compagno per un abbinamento sui generis con una tagliata di manzo alla brace (al sangue) condita con un filo di olio evo al profumo di timo.
Approfondimento Domaine Loberger
In cantina non si produce, si coltivano vini autentici.
La tenuta vinicola LOBERGER si trova a 20 km a sud di Colmar, in un piccolo villaggio chiamato Bergholtz. È incastonato nella cavità delle colline dei Vosgi inferiori, una culla geologica ideale per coltivare grandi vini; un segreto portato dalla vigna alsaziana. È in questo contesto che la famiglia LOBERGER, viticoltori di padre in figlio, coltiva il proprio vino con la massima cura amorevole.
L’agricoltura biologica, la stretta aderenza ai principi biodinamici, la preparazione del suolo, la raccolta manuale coscienziosa e le basse rese sono fattori che contribuiscono a dare al loro vino un equilibrio perfetto e una personalità unica.
La tenuta vinicola copre 8 ettari. È frammentato e gode del sole perfetto grazie al suo orientamento sud-est, sud e sud-ovest. La maggior parte dei vigneti si trova sulle pendici delle colline situate a Guebwiller, Bergholtz e Bergholtz-Zell ad un’altitudine compresa tra 250 e 480 metri. Le pendenze di alcuni grafici sono inclinate al 60%. Tra questi terroir geologicamente diversi distribuiti su 5 km da una parte all’altra, 3 Grands Crus (KITTERLE, SAERING e SPIEGEL) si trovano in diverse località come Weingarten, Meissenberg, Schwarzberg, Schlossberg e Trottberg.
La produzione è limitata intenzionalmente al fine di dare priorità alla qualità della produzione. Il carattere e l’alta qualità del vino sono il risultato dei metodi di vinificazione e invecchiamento, scelti con cura dall’azienda.
L’agricoltura biodinamica cerca di trovare una risposta al produttivismo agricolo senza restrizioni che ha caratterizzato i pochi ultimi decenni e ha portato a conseguenze catastrofiche sia a livello ambientale che umano.
I tre cardini fondamentali sono:
- mantenere un equilibrio riattivando la vita del suolo;
- rafforzamento della resistenza naturale delle viti;
- incoraggiare i cicli naturali combinando varie interazioni: suolo-acqua-pianta-aria-fauna-flora.
Questa è l’ultima forma di agricoltura sostenibile che incoraggia la biodiversità del suolo e rafforza la salute delle uve, che permette ai vini di svelare appieno le loro qualità e caratteristiche tipiche di questo terroir.
Questo approccio esclude tutti gli input fito-farmaceutici, il letame sintetico, i pesticidi o altri regolatori della crescita. Questi ultimi sono sostituiti da prodotti naturali, che vengono utilizzati dando priorità allo sviluppo del vigneto e del suo terroir.
Ogni anno utilizziamo un comprovato metodo di compostaggio biodinamico aggiungendo preparati a base di piante medicinali. Trasforma il letame in compost, che è più equilibrato e fertile per il suolo.
Questi preparati biodinamici aiutano la vite a rafforzare la sua immunità e allo stesso tempo a rispettare l’equilibrio naturale di flora e fauna. I vini sono più equilibrati, strutturati e profondi. È ormai ovvio che durante la degustazione, i vini biodinamici sono riconosciuti all’unanimità come di gran lunga superiori in termini di gusto e qualità organolettica.
Quinque Uberti Franciacorta Extra Brut
Quinque Uberti Franciacorta Extra Brut
Tiraggio Marzo 2009 – Degorgiato Gennaio 2018
13,5% Vol. Degustazione del 02.05.2020
Giorgio Berti
Giallo oro vivissimo con scintillanti e sorprendenti riflessi verdi.
Brillante, con bollicine finissime che nascono continue nel calice per emergere in una nuvola di effervescenza dorata.
Naso inebriante, suadente e seducente.
Molto intenso, di ampia complessità e mirevole finezza.
Seduce con note di noci pecan seguiti da ricordi vanigliati e delicatamente boisé; e come una legione che marcia incalzante, si rivelano ai nostri sensi reminiscenze di spezie dolci, la cannella su tutte, frutta molto matura e succosa come albicocca e ananas, ricordi floreali di vetiver, inebrianti sensazioni di apple pie dove la pasta frolla sposa le mele e la cannella; si accomiata con un finissimo tocco minerale di pietra focaia.
L’armonia continua al sorso con un nettare secco, caldo e morbido; effervescenza di rara cremosità con una bollicina che coccola il palato e stuzzica un nuovo assaggio.
Viva freschezza perfettamente bilanciata da un pilastro di sapidità.
Di corpo pieno, straordinario equilibrio, mirabilmente intenso e persistente.
Qualità eccellente, spumante al suo massimo stato di espressione, armonico ed esemplare rappresentante del suo nobile rango.
Descrizione prodotto rosso piemonte
Descrizione degustazione